giovedì 21 maggio 2015
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Chi non conosce il mondo di Anonymous non può capire cosa sia un compagno per noi. Ma voi sarete nei nostri cuori. Combatteremo per voi. L’idea Anonymous andrà avanti e voi sarete con noi, nelle nostre anime guerriere. E così sarà, per ogni Anon arrestato, fino alla fine del tempo
I due arrestati, un 31enne di Livorno e un 27enne della provincia di Sondrio, secondo gli investigatori sono pezzi da novanta dell’arcipelago hacker italiano. Si nascondevano dietro pseudonimi, Aken e Otherwise, conosciutissimi nel mondo underground digitale, anche internazionale.
La polizia postale e la procura di Roma sospettano che entrambi possono essere le imprendibili «primule rosse» di Anonymous, capaci di penetrare i banche dati inaccessibili (anche della Difesa) e hackerare qualsiasi tipo di siti politici ed istituzionali. Tra questi il sito e la biglietteria di Expo 2015, siti e banche dati di sistemi di forze armate e di polizia (nazionali e internazionali), attacchi ai siti dell’Alta velocità e a diversi partiti politici tra i quali il Pd.
Il livornese Aken è il fondatore e il boss di «Operation Greenright», un canale internazionale specializzato negli attacchi informatici a sfondo anarco-ambientalista. Che prendeva di mira soprattutto siti industriali, multinazionali e l’Alta velocità. Insieme ad Aken, il cui nome dovrebbe essere rivelato in giornata, sono stati denunciati altri due presunti attivisti sempre livornesi. All’alba a Livorno sono stati effettuate numerose perquisizioni anche in alcuni centri sociali che poi sono state estese a Pisa dove si sospetta la presenza di un gruppo che avrebbe appoggiato «il leader» livornese.
Tutti usavano sistemi di sicurezza personali molto sofisticati che garantivano la criptazione del segnale e dunque l’impossibilità da parte della polizia postale di identificarli. Poi, un errore ha compromesso la copertura.
Sembra che Aken sia passato attraverso un hot-spot pubblico (wi-fi) senza attivare il sistema di criptazione e sia stato immediatamente identificato. Gli agenti hanno sequestrato nella casa dell’arrestato computer, tablet e smartphone dove sono custoditi indirizzi Ip e nomi ritenuti «di estremo interesse» e che potrebbero allargare l’inchiesta anche all’estero.
L’altro arrestato, il piemontese Otherwise, è conosciuto nella Rete come il promotore della campagna «oprevenge/optrasparenza» che prevedeva attacchi informatici a sistemi di enti istituzionali e di forze di polizia, nonché della cosiddetta «million mask march». Anche lui usava tecniche di auto protezione (vpn e reti tor) e spesso anche antenne direzionali in grado di sfruttare connessioni wi-fi di altri.
«A volte è arrivato persino a sfiorare comportamenti paranoici – spiegano gli investigatori -, arrivando a dissimulare gergalità dialettali diverse, e particolare attenzione a non fornire il minimo particolare della propria vita reale».
— di Marco Gasperetti (Corriere della Sera)